Anche a Vercelli il Festival dell’accoglienza
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Ottobre 9, 2024Nella nostra recente intervista con il professor Maurizio Ambrosini, docente all’Università degli Studi di Milano e autore del libro Stato d'Assedio, abbiamo esplorato uno dei temi più delicati del nostro tempo: la crisi dei rifugiati e la sua percezione nel contesto italiano ed europeo. Ambrosini offre una prospettiva documentata e critica che sfida molti dei luoghi comuni legati all’immigrazione e ai rifugiati.
La Percezione Distorta della Crisi dei Rifugiati
Una delle prime questioni affrontate da Ambrosini è il divario tra la percezione pubblica e la realtà dei numeri. Contrariamente all'idea diffusa che l’Italia sia sotto assedio da un’ondata di rifugiati, i dati raccontano una storia molto diversa. I rifugiati e richiedenti asilo in Italia rappresentano meno del 10% della popolazione immigrata totale, che è sostanzialmente stazionaria dal 2010. "L'opinione pubblica," spiega il professore, "pensa il contrario, che ci sia un'invasione, soprattutto a causa della visibilità mediatica degli sbarchi." Ambrosini identifica una delle cause principali di questa percezione distorta nell’onda di campagne mediatiche e politiche ostili agli immigrati. La paura e l'ansia per il futuro vengono riversate sui rifugiati, confusi spesso con l’intera popolazione immigrata. La crisi economica e le difficoltà della globalizzazione hanno colpito in particolare le classi medie e popolari, generando un malessere diffuso che cerca un capro espiatorio.
I Dati Contraddicono la Narrazione
Un altro punto importante riguarda la distribuzione globale dei rifugiati. Mentre l'idea comune in Europa è che la maggior parte dei rifugiati voglia trasferirsi nei paesi occidentali, Ambrosini sottolinea che il 75% dei rifugiati del mondo è accolto da paesi a medio o basso sviluppo, e solo una piccola parte trova rifugio in Europa. "L'unico paese europeo tra i primi dieci al mondo per accoglienza è la Germania," aggiunge. Come possiamo cambiare il dibattito pubblico in Italia e in Europa per renderlo più aderente ai dati? Ambrosini suggerisce che la chiave stia nel promuovere il contatto diretto tra cittadini e migranti. "Le ricerche confermano che la paura diminuisce quando le persone hanno la possibilità di conoscere e interagire con gli immigrati," spiega. È il contatto umano che abbatte le barriere della diffidenza e della paura.
Un Messaggio di Speranza e Alternative Possibili
Il messaggio principale che il professor Ambrosini desidera trasmettere con il suo libro è la necessità di affrontare il fenomeno migratorio con una visione basata sui fatti e non sulle paure irrazionali. "Cerchiamo di guardare ai dati reali sui rifugiati e far tacere dentro di noi ansie ingiustificate," afferma. Uno dei miti che smonta con i fatti è l’associazione tra immigrazione e criminalità, un legame che i dati smentiscono in modo schiacciante. Ambrosini propone anche soluzioni concrete, come l’ampliamento dei corridoi umanitari, un’iniziativa già in atto grazie alla collaborazione tra le chiese cattolica e protestante, che ha permesso a migliaia di rifugiati di raggiungere l'Europa in sicurezza. Questi progetti dimostrano che l’accoglienza non è solo possibile, ma anche benefica per le comunità locali.
Il Modello Ucraino: Una Lezione di Solidarietà
Un esempio significativo di come l’accoglienza possa funzionare efficacemente viene dalla recente crisi ucraina. Dopo l’invasione del 2022, tra i 4 e i 5 milioni di rifugiati ucraini sono stati accolti in Europa in poche settimane, senza che questo creasse disordini sociali. "Abbiamo visto una mobilitazione generosa da parte delle famiglie, dei comuni e delle associazioni di volontariato," dice Ambrosini, evidenziando come questa esperienza potrebbe ispirare nuove strategie per l'accoglienza di rifugiati provenienti da altre aree del mondo.
Il Futuro della Governance dei Flussi Migratori
Guardando al futuro, Ambrosini sottolinea l'importanza di una governance più razionale dei flussi migratori, distinguendo tra diverse categorie di migranti e ponendo le giuste domande. L'immigrazione non è un fenomeno monolitico, e differenziare tra studenti, lavoratori specializzati o rifugiati umanitari potrebbe aiutare a sviluppare risposte più sensate e pragmatiche. "Anche il governo attuale, seppure riluttante verso i rifugiati, ha previsto l’ingresso di 450.000 lavoratori nei prossimi tre anni," nota il professore, a conferma della necessità economica dell’immigrazione. l'intervista con Maurizio Ambrosini ci offre una visione chiara e ponderata su un tema tanto discusso quanto frainteso. Solo attraverso la conoscenza e il dialogo possiamo costruire una società più inclusiva, basata su dati reali e su una genuina comprensione reciproca.
Piera Migliore studentessa L.M Filosofia Politica e Studi Culturali.